Pestifera la mia vita – Intervista a Claudio Lavazza

Questa è la registrazione di un’intervista telefonica che Guido, un compagno della Cassa Antirep delle Alpi Occidentali (attualmente agli arresti domiciliari per gli scontri contro CasaPound a Cuneo), ha fatto a Claudio Lavazza lo scorso anno. La rendiamo pubblica adesso in concomitanza con la pubblicazione, in versione italiana, della sua autobiografia, “PESTIFERA la mia vita”.

<<Chi è Claudio Lavazza lo si intuisce fin dalla prima pagina del suo libro: le azioni di cui è accusato parlano chiaro. Un ribelle, un guerriero, che ha partecipato, insieme a tanti giovani della sua generazione, al tentativo di cambiare la società e il mondo, assumendosi tutta la responsabilità di farlo con gli strumenti che riteneva adeguati. La sua biografia non è soltanto una testimonianza in più sulla lotta armata di fine anni Settanta inizio anni Ottanta, ma è anche il ritratto di un uomo che, caso piuttosto raro, nella stagione di spietata repressione dell’insorgenza armata in Italia, non si rifugia all’estero per accomodarsi tra le promesse di governi più o meno garantisti, non accetta la condizione di rifugiato politico, ma prosegue la sua lotta Oltralpe, mettendo in pratica con lucida coerenza i principi dell’internazionalismo proletario e dimostrando che, proprio come l’ingiustizia e la diseguaglianza, anche l’urgenza di combatterle, non conosce frontiere.>>.

Claudio, dopo 16 anni di latitanza, viene arrestato ferito in seguito ad un conflitto a fuoco che lui, e altri due compagni, avevano ingaggiato contro i birri dopo una rapina ad una banca di Cordoba. La sua biografia è costantemente contestualizzata con una ricca cronaca dei fatti più importanti di quegli anni, che hanno contribuito in un primo momento alla sua formazione di ribelle e, in seguito, a cui lui stesso ha contribuito. Un libro da leggere non come un romanzo di avventure, ma come contributo teorico/pratico da discutere tra compagni/e perchè i tempi di una nuova stagione rivoluzionaria si stanno materializzando in tutto il mondo. Un libro che, al contrario di molti altri che affrontano le lotte degli anni ’70 e ’80, non ha l’odore della resa, ma il profumo della rivolta permanente contro l’esistente.

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