Le mucche non vanno in tangenziale – Parte 2

Un elicottero della Snam osserva dall’alto, sorvolando i tralicci dell’alta tensione,
mentre le mucche ruminano libere in un recinto elettrificato a basso voltaggio.
Parlare di “campagna” e di difesa del territorio nell’hinterland sud-est di Milano
è quanto mai complicato.
Le cascine a ridosso dei paesi hanno lasciato spazio al boom edilizio
delle villette a schiera già trent’anni fa, e i loro pollai si sono trasferiti altrove,
evoluti in allevamenti a batteria.
L’industrializzazione della campagna lombarda è ormai storia del secolo scorso.
Oggi i centri logistici spuntano come gramigna e disseminano spore cementifere
tra i campi coltivati a maggese, prima di appassire rapidamente
per mancanza di traffico, come fa una pianta graminacea rimasta senz’acqua.
Nuovi interessi stanno rispazializzando l’hinterland e la Tem ne rappresenta
la realizzazione cementata sul territorio.
Se il futuro di mucche e post-contadini nello sprawl metropolitano era già incerto,
questa nuova infrastruttura proietta oggi un’ombra irreversibile sulle loro esistenze,
sempre più costrette in una prigione a cielo aperto.

Ascolta la seconda parte dell’intervista, nella quale lo zio di Tina ci racconta
delle nocività che affollano i dintorni di Paullo:

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