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Torino: anatomia di uno sgombero

Torino, 19 gennaio 2021: dopo sei anni di occupazione, viene sgomberato lo stabile di Corso Giulio 45. Né il gelido inverno, né l’emergenza Covid frenano le meschine politiche amministrative di una città alle prese con velleità di gentrificazione, improbabili ambizioni internazionali e dinamiche di decadenza. Ce ne parla una compagna di Torino.  

Tre giorni, tre luoghi. Intorno a Scripta Manent

Tre giorni, tre luoghi. Il tribunale, nello specifico l’aula Bunker delle Vallette di Torino; la piazza, nello specifico Borgo Dora a Torino; il carcere, nello specifico il carcere di Alessandria. Una compagna della Cassa Anti Repressione delle Alpi Occidentali ci racconta lo spirito di questo trittico solidale nei confronti degli imputati del processo Scripta Manent di cui si stanno svolgendo le udienze d’Appello: un’occasione per riflettere sul tema della solidarietà da mettere in campo contro le logiche di divisione portate

Da che parte stare: contro i lager di Stato

La storia dei Centri di reclusione per immigrati (prima Cpt, poi Cie, ora Cpr) è una storia segnata da una conflittualità permanente di cui si sono fatti carico in prima persona i reclusi e che, di rivolta in rivolta, era giunta alcuni anni fa a compromettere seriamente la macchina della “detenzione amministrativa” e delle espulsioni. Negli ultimi mesi, mentre si procede al riallestimento di nuovi o rinnovati lager (“uno per ogni regione”, secondo i progetti che la Lega ha ereditato

Torino: su quel pezzo di città di nome Balon

L’implacabile coerenza di chi sta ridisegnando il tessuto urbano e sociale di Torino, con un’applicazione da manuale degli imperativi della gentrificazione, non poteva certo tollerare la presenza di alcuni venditori di stracci nel Balon, lo storico mercato delle pulci della città. Giacché nelle categorie merceologiche appetibili per i nuovi abitanti di Porta Palazzo può certo rientrare l’usato, purché di antiquariato o adeguatamente vintage. Così assistiamo a una storia di ridefinizione, nominale e fattiva, degli spazi del quartiere e alla cacciata degli straccivendoli

Un razzo sopra Torino. Intervista a due voci sulla repressione in città

Nella tarda serata del  22 maggio scorso la digos si presenta in forze a casa di un compagno e una compagna di Torino. A lei notificano un avviso orale mentre lui viene arrestato con l’accusa di aver provocato un incendio – per mezzo di un razzo esploso durante un presidio solidale – nel carcere delle Vallette. Dopo un breve soggiorno in carcere – e  circa 5 mesi di arresti domiciliari con divieto di comunicazione – ora La Boba può nuovamente prendere

Giornate particolari a Torino

L’inatteso effetto dell’operazione Scintilla – che lo scorso 7 febbraio ha combinato l’azione di sgombero dell’Asilo Occupato e otto arresti per associazione sovversiva, e che nelle dichiarazioni rilasciate a media sempre assetati delle sbruffonerie di Ministri e Sindaci aveva «fatta giustizia» e riportato «un po’ di normalità» nel quartiere Aurora di Torino – è stato una vampata di iniziative di protesta, solidarietà e sostegno che, nelle ultime settimane, è andata crescendo e propagandosi per tutta la città. Dopo annoso torpore,

Un pezzo del nostro cuore: sugli arresti di Torino e lo sgombero dell’Asilo

“Vogliamo dire che quella lotta era giusta, che chiunque abbia lottato contro quei dispositivi come i Cie/Cpr e le frontiere non può che essere un nostro compagno e non può che avere tutto il nostro rispetto. E i nostri compagni, quelli che sono stati arrestati nell’ultima operazione che è andata in concomitanza con lo sgombero dell’Asilo, con un reato associativo del 270, sono un pezzo del nostro cuore, sono un pezzo delle nostra coscienza” Con una compagna di Torino, facciamo

Nel corridoio della morte: sull’azione al mattatoio di Torino

Lunedì 28 gennaio 2019 un centinaio di attivisti e attiviste del movimento antispecista “269 Libération Animale” provenienti da tutta Europa bloccano il macello di Torino. Incatenandosi lungo il “corridoio della morte”, usando i propri corpi come strumento di lotta, hanno impedito per nove ore il massacro degli animali. Un’azione di liberazione animale che s’inserisce in una prospettiva di liberazione universale. Ne abbiamo parlato con una compagna e attivista che ha partecipato all’azione.

Col proprio corpo: sullo sciopero della fame di Antonio alle Vallette

Il 21 giugno 2017 Antonio, in carcere dal 3 maggio scorso, ha cominciato uno sciopero della fame a oltranza come atto di protesta estremo di fronte al secondo rigetto dell’istanza per gli arresti domiciliari. Della sua attuale situazione e del quadro in cui si inserisce, ci parlano un compagno e una compagna di Torino, esortando tutti e tutte a sostenere con urgenza questa protesta. Scarica il podcast

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